PERCHE FARE JUDO ?

PERCHE FARE JUDO ?

COSA C’È DI DIFFERENTE DAGLI ALTRI SPORT ?

I JUDOKA HANNO UN CODICE MORALE

  • L’EDUCAZIONE – Rispetto degli altri nella vita, nel DOJO .
  • IL CORAGGIO – Fare ciò che è giusto e nel modo corretto.
  • LA SINCERITÁ – Esprimere le proprie idee senza mascherare il proprio pensiero. Attaccare e difendersi liberamente nel randori.
  • IL CONTROLLO DI SE – Saper tacere quando si è arrabbiati. Trovare nuove energie nella sconfitta.
  • L’ONORE – Fedeltà alla parola data. Rispettare i propri impegni e le consegne ricevute.
  • LA MODESTIA – Parlare di sé senza orgoglio. Aiutare sempre il compagno meno esperto per farlo crescere.
  • IL RISPETTO – Senza rispetto non ci può essere confidenza. Tutti si allenano insieme, adattando le proprie capacità proporzionalmente.
  • L’AMICIZIA – Il più puro dei sentimenti.

IL JUDO E’ UN METODO EDUCATIVO 

  • IL METODO JUDO  viene utilizzato ancora oggi nelle scuole dell’obbligo giapponesi come metodo formativo per il carattere ed il fisico. I bambini giapponesi praticano judo a scuola in forma obbligatoria alle elementari e medie .
  • JIGORO KANO  ( il fondatore ) ha estrapolato alcune tecniche dal Ju Jitsu ( arte di combattimento nata per  la guerra) elaborando un metodo che servisse a migliorare il fisico e la mente dei giovani Giapponesi. Migliorandone il carattere attraverso la pratica costante e l’applicazione .

 

STORIA DEL JUDO 

Il Judo (柔道 Jūdō, Via della Cedevolezza) è un’arte marziale e uno sport da combattimento giapponese formalmente nata in Giappone con la fondazione del Kōdōkan da parte del Prof. Jigorō Kanō, nel 1882. I praticanti di tale disciplina sono denominati judoisti o più comunemente judoka (柔道家 jūdōka), con un certo abuso di linguaggio.Il Jūdō è in seguito divenuto ufficialmente disciplina olimpica nel 1964, in occasione dell’Olimpiade di Tōkyō, e ha rappresentato all’Olimpiade di Atene 2004 il terzo sport più universale, con atleti da 98 paesi.

 

Jigorō Kanō ed il Jū-Jutsu

Kanō Jigorō.

La storia del jūdō ed il jūdō stesso sono inseparabili dal fondatore, Jigorō Kanō. Nato nel 1860 in una famiglia agiata, nel 1877, sebbene in contrasto con le idee del padre al riguardo, entrò in contatto con il suo primo maestro Fukuda Hachinosuke di Tenshin-shin’yo ryū jū-jutsu tramite il “conciaossa” Yagi Teinosuke anch’egli un tempo jū-jutsuka della stessa ryũ. Inoltre, come spiega Sanzo Maruyama, il nome della scuola deriva da «yo, che significa “salice” e shin che significa “spirito”. La scuola dello spirito come il salice si ispira alla flessibilità dell’albero», «questa scuola studiava atemi, torae e shime, principalmente in costume di città. Non dava importanza alle proiezioni.»

Nel 1879, Fukuda propose al giovane Kanō di partecipare all’esibizione di jū-jutsu per il Presidente degli Stati Uniti Ulysses Simpson Grant, dove i maestri Iso e Fukuda avrebbero dato una dimostrazione del kata mentre Kanō e Ryusaku Godai del randori. Il Presidente fu molto colpito dall’esibizione e confidò allo stesso Fukuda che avrebbe voluto che il jū-jutsu divenisse più popolare negli Stati Uniti.

Alla morte del cinquantaduenne maestro Fukuda, nove giorni dopo la famosa esibizione, e ricevuti formalmente dalla vedova di Fukuda i densho, Kano divenne il maestro del dojo.

Dopo poco Kano si iscrisse al dojo di Iso Masatomo, discepolo di Iso Mataemon fondatore dello stile, che fu felice di prenderlo come suo assistente. Il maestro Iso insegnava principalmente i kata e gli atemi-waza.

In seguito alla morte del maestro Iso e al raggiungimento della laurea in Lettere presso l’Università Imperiale di Tokyo nel 1881, Kanō si trovò nuovamente alla ricerca di un nuovo maestro. Chiese quindi dapprima al maestro Masaki Motoyama un rispettato maestro della Kitō ryū, ma questi non essendo più in grado di insegnare data l’età, gli suggerì di fare richiesta al maestro Tsunetoshi Iikubo, amico di Motoyama ed esperto di kata e di nage-waza.

Scrive Watson: «Ci sono molte differenze degne di rilievo tra lo stile Tenshin Shin’yō e lo stile Kitō. Ad esempio, il Tenshin Shin’yō possiede un maggior numero di tecniche di strangolamento e di immobilizzazione rispetto al Kitō, mentre quest’ultimo ha sempre avuto tecniche di proiezione di maggior efficacia.»

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